Videogames, che passione!

Insieme ai cellulari e ai tablet, sono i videogiochi i regali più richiesti dai bambini, già a partire dagli 8-9 anni (se non prima). Difficile resistere alle richieste, a meno che non ci sia una precisa (e decisa) presa di posizione da parte dei genitori; così noi nonni spesso cediamo, salvo poi a rimanere interdetti nel vedere il tipo di giochi proposti, a base di inseguimenti, spari e combattimenti.
E rimaniamo ancora più interdetti quando ci rendiamo conto di come questi giochi catturino e assorbano integralmente i bambini: vediamo la trasformazione dei nostri nipotini, fino a poco tempo fa pronti ad accogliere le nostre proposte di giochi, di lavoretti, di letture… Ora, con questi piccoli ma (secondo noi) “infernali” apparecchi, si immergono totalmente in un mondo tutto loro, giocando con persone lontane e che talvolta non conoscono neanche. E spesso sono talmente assorbiti che quasi non sentono i nostri richiami e ci rispondono distrattamente (e solo quando siamo fortunati!)

È un mondo, quello dei videogiochi, che noi nonni stentiamo a capire, e che spesso viviamo con un senso di disagio, come qualcosa che bruscamente allontana da noi i nostri nipotini. Ma lo guardiamo anche con preoccupazione: ci sembra che sottragga ai nostri piccoli quell’infanzia spensierata, fatta di gioia di muoversi, di fare, di sperimentare, anche di sbagliare, di cadere, di sbucciarsi le ginocchia… che è stata la nostra e quella dei nostri figli.
Spesso pensiamo che i “paletti” posti dai genitori – quel limitare a poche ore al giorno il tempo da dedicare ai videogiochi (paletti che non sempre vengono messi) – non siano sufficienti a restituire ai bambini la spensieratezza dei giochi della nostra infanzia. Eppure, anche in questi casi dobbiamo fare un passo indietro, ricordando non solo che la responsabilità educativa è dei genitori, ma che non dobbiamo fare nulla che possa dare l’impressione che mettiamo in dubbio la loro autorevolezza.
Quindi sì parlarne con mamma e papà, ma solo quando il bambino non c’è; e soprattutto fare il possibile per offrire ai bambini alternative valide, divertenti e varie, al tempo passato con i videogiochi.

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