Le prime parole

bambini-gemelli-casa-cestaIl primo è stato Pepe. No, non si tratta della spezia. Pepe è un coniglietto di peluche morbido morbido, regalato da una zia e chiamato così in onore del  peluche preferito dalla stessa zia da piccola. È stato lui ad avere l’onore della prima parola detta dalla nipotina. A dispetto degli sforzi congiunti di tutta la famiglia per farle dire “mamma”, un bel giorno ha esclamato distintamente “Pepe!”, affondando con aria estatica il visetto tra le sue orecchie.

Anche il suo fratello gemello, per non essere da meno, ha disdegnato di iniziare a parlare con il semplice “mamma” (o “papà”). Questo, lo dicono tutti! Lui ha iniziato con “Ti-Ta”, abbreviazione di “Matita”, il nome della gatta di cui si lancia a un frenetico inseguimento (gattonando) appena la avvista da lontano. La gatta, da parte sua, non pare colpita più di tanto dalla preferenza: lo guarda senza battere ciglio nei suoi sforzi di avvicinamento rapido (non abbastanza, e soprattutto non silenzioso), per poi spostarsi all’ultimo momento, quando lui pensa di averla ormai raggiunta e cerca di allungare la manina per afferrarla.

Dopo questo glorioso inizio, però, i due fanciulli hanno deciso che poteva bastare. E mentre la famiglia, in adorazione, aspettava nuovi progressi linguistici, si sono dedicati ad affinare una serie di gesti e di buffe espressioni con cui dicono… tutto. Quindi, perché parlare (almeno per ora), se basta indicare, arricciare il naso, dire qualche sillaba che va bene più o meno per tutto, per ottenere ciò che si vuole? E poi, siamo ancora piccoli, sembrano pensare: per ora, basta così!

Invece, i due gemelli si sono molto impegnati a sviluppare un loro repertorio di gesti e di espressioni. Ma anche qui, ognuno a modo suo (va bene essere gemelli, ma poi basta…). Perciò per salutarti la bimba lancia baci a tutto spiano, con uno schiocco sonoro che è difficile non sentire, mentre lui fa ciao ciao con la manina; lei ha imparato a imitare il verso del cane, lui quello del cavallo; lei mangia i biscotti rosicchiandoli compitamente poco a poco, lui se li caccia in bocca interi, e si arrabbia molto se scopre che poi non riesce a ingoiarli (e spesso neanche a chiudere la bocca), ma ancora di più se qualcuno, con scarsa gentilezza, cerca di estrarglieli dalla bocca; lei se ti vede mangiare qualcosa ti viene vicino con la bocca aperta come un uccellino; lui allunga la mano e cerca di afferrare il piatto…

Insomma, che meraviglia veder crescere giorno per giorno i bambini! E ancora più meraviglioso se lo fai da nonna, con la consapevolezza accumulata in questi anni e… a dosi comunque limitate (la sera, fortunatamente, ognuno a casa sua!)

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