Nonni alle prese con la Didattica a Distanza

Il mio nipotino è in quarantena: con una compagna positiva in classe, devono tutti restare a casa due settimane. E così anche per lui è ricominciata la DAD, la didattica a distanza, con la nonna ingaggiata come babysitter.
Quando sono arrivata, a vederlo così, tutto solo, seduto al tavolo davanti allo schermo del computer, che alzava la mano per rispondere come se si trovasse davvero in classe, mi si è stretto il cuore. E che voglia di intervenire quando lo sentivo sbagliare, o anche solo tentennare. Ma niente di più negativo!
Guardandolo, mi sono resa conto della grande difficoltà di questo tipo di didattica. Difficoltà per gli insegnanti, per i bambini, ma anche per chi li segue a casa. Come farlo in maniera corretta? In questi giorni, ho pensato che anche noi poveri nonni dobbiamo imparare, proprio come i bambini. Imparare a seguirli e ad accompagnarli nell’apprendimento, tenendo presente che l’insegnamento spetta alla scuola e quindi, anche se i bimbi sono a casa, dobbiamo evitare di intervenire sia durante la lezione sia nel momento dei compiti, due momenti distinti ma complementari di questo modo nuovo di fare scuola.

La lezione a distanza

Per la lezione, è importante scegliere un posto tranquillo in cui il bambino possa seguirla senza essere distratto. Perciò chi è in casa dovrebbe evitare di passare nella stanza in cui è il bimbo, interrompere, parlare. Non facile, soprattutto quando lo spazio non è molto e ci sono fratellini o sorelline, però dobbiamo sforzarci di creare un ambiente il più possibile silenzioso, oltre che ben illuminato, perché il bambino possa concentrarsi.
Inoltre la scrivania o il tavolo su cui lavora devono essere abbastanza profondi: i bambini infatti devono poter sistemare il quaderno o il libro tra sé e lo schermo, in modo da seguire la lezione, ma anche scrivere, aprire il libro, leggere…
Poi, evitiamo in qualsiasi modo di intervenire con esortazioni o suggerimenti. Sforziamoci di fare come se il bambino fosse davvero a scuola: deve cavarsela da solo, sbagliare, essere corretto dalla maestra, chiedere spiegazioni se ne ha bisogno, senza sentire la pressione della nostra presenza, che potrebbe causargli un po’ di “ansia da prestazione” (inutile nasconderci: noi vorremmo che i nostri nipotini fossero i più bravi di tutti, ma… sono bravissimi e meravigliosi anche se ogni tanto sbagliano!).
Altra cosa: lasciamo che il bambino prenda nota da solo dei compiti assegnati dall’insegnante. Il mio nipotino, arrivato alla fine della lezione e ormai stanco, non li ha scritti. Poi certo li abbiamo recuperati online, perché l’insegnante li scrive sulla piattaforma, ma è bene che si abituino a organizzarsi, anche in questo n uovo modo di fare scuola: la scuola è anche questo!

I compiti

E dopo la lezione? Lasciamo che il bambino si rilassi un po’. Proponiamo un gioco, lasciamo che esca un po’ in giardino, se ne abbiamo la possibilità, che si muova e si sfoghi. Pensate quanto è stato starsene immobile su una sedia a fissare uno schermo!
Decidiamo con il bambino quando fare i compiti ma, una volta deciso, teniamo il punto e non lasciamo che continui a rimandare (come i bambini tendono a fare, lo sappiamo). Però quando è ora dei compiti, lasciamo di nuovo il bambino tranquillo, da solo. Meglio evitare di sederci accanto a lui, altrimenti inevitabilmente finirà che gli daremo l’imbeccata… e quindi sarà difficile capire dove sono le sue reali difficoltà.
Questo però non significa non essere pronti a intervenire se ce lo chiede. Se è necessario, cerchiamo di capire che cosa non ha compreso invece di dargli la soluzione dell’esercizio; torniamo sull’argomento su cui vediamo che ha dei dubbi e spieghiamoglielo, cercando le parole e i modi più vicini alla sua esperienza. L’ideale sarebbe tenere a portata di mano qualche foglio di brutta copia su cui farlo esercitare con esercizi simili a quello che gli crea difficoltà e, quando pensiamo che abbia capito, lasciare che faccia da solo quello del compito che gli ha assegnato l’insegnante, in modo da verificare se ha davvero superato l’ostacolo o, in caso contrario, per permettere all’insegnante di intervenire con qualche spiegazione più mirata.

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