Quando la famiglia si allarga…

Io sono cresciuta con i nonni paterni. Nonni carissimi e presentissimi nella mia vita, a cui sono legati tanti ricordi e che mia madre, come si usava a quel tempo, chiamava “mamma” e papà”. Dei nonni materni, più lontani, ho invece ricordi meno vividi.
Per me però, nella mia percezione di bambina e di ragazza, non c’era differenza tra nonni paterni e nonni materni, e mai avrei immaginato che potesse esserci una differenza da parte loro, nel loro modo di considerare la mia mamma e il mio papà, che per me, come per tutti i bambini, erano un’unità inscindibile.
Insomma, mi sono resa conto da adulta, riflettendoci, che per me la famiglia era una monade assolutamente compatta e, per quanto crescendo mi sia ogni tanto accorta delle sottili tensioni che la percorrevano, mai mi ha sfiorato il dubbio che l’unità nonni-genitori potesse essere in alcun modo minata.

Una conquista delicata

Ora, da nonna, mi accorgo di quanto sia invece difficile creare questa unità. Forse è un segno dei tempi: allora si faceva così, ed era un modello al quale tutti finivano per attenersi. Oggi… beh, è diverso. Perché per quanto ci sia armonia in casa, e per quanto possiamo provare simpatia e affetto per le nuore e i generi (o le fidanzate e i fidanzati dei nostri figli), sentiamo che l’equilibrio è una conquista delicata che va coltivata e difesa senza abbassare mai la guardia. Una conquista che ci obbliga a pesare le parole, a ingoiare qualche boccone amaro, a misurare le reazioni, e usare un po’ di “diplomazia” anche quando non ci saremmo proprio portati.

Un rapporto da adulto ad adulto

Perché, inutile negarlo: nel momento in cui i figli escono di casa, comunque lo facciano, dobbiamo prendere atto che il rapporto è cambiato, che ora si gioca su un piano di parità adulto/adulto, che gli equilibri vanno modificati; e questo è tanto più vero quando interviene un altro “attore”, appunto il fidanzato/marito o la fidanzata/moglie.
Insomma, la mia sensazione è che oggi la famiglia, invece di allargarsi quando interviene un matrimonio (o una convivenza, una scelta oggi sempre più diffusa), si parcellarizzi, finisca col ridursi a una serie di “nuclei” sì connessi e uniti da innegabili vincoli d’affetto e di aiuto reciproco, ma che si muovono autonomamente e in cui anche i rapporti cambiano, in una sorta di reazione chimica che non è sempre semplice controllare.

 

3 commenti su “Quando la famiglia si allarga…

  1. Concordo pienamente con la tua analisi.La mia esperienza di nonna é identica nonostante gli sforzi di non perdere l unità della famiglia mi accorgo che é sempre più difficile ritrovare l armonia di un tempo . Insomma non c è più il piacere di stare insieme e la famiglia é sempre più mono nucleare. Ritengo che la responsabilità sia soprattutto delle donne che come sempre sono l asse portante della famiglia . Una volta la donna era l angelo della casa ora non si concepisce quasi più organizzare un pranzo e riunire le famiglie, soprattutto al nord. Penso che si debbano educare le nuove generazioni a ritrovare i valori di una volta.

    1. Grazie per il commento, Annamaria. È la mia esperienza, e vedo che purtroppo è un’esperienza condivisa…
      Certo, i tempi cambiano…
      Buona domenica
      Annalisa Pomilio
      noinonni.it

  2. Ho tre figli
    Due femmine e un maschio,sposati e con un bimbo ciascuno.
    La mia difficoltà quando i miei figli di sono fidanzati e poi sposati é venuta dal rapporto col consuoceri.
    Nonostante io e mio marito siamo persone aperte e corrette e soprattutto onesti negli affetti ho dovuto far fronte a situazioni di invidia e gelosia fra queste persone soprattutto coi genitori del primo genero quello che frequentava da anni la mia famiglia. Con la nuora il rapporto é splendido.
    Quindi penso che tutto dipende dalle persone con le quali ci si imbatte.

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