Lo svezzamento… dalla parte dei nonni

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Lo svezzamento, si sa, è un passaggio delicato. Per le mamme, a cui in fondo dispiace privarsi del magico momento dell’allattamento, del piacere di nutrire il proprio bambino al seno o tenendolo in braccio e porgendogli il biberon. E anche per il bambino, che deve provare tante cose nuove – nuovi sapori, una nuova consistenza del cibo, il seggiolone, il cucchiaino – e non è detto che ne sia entusiasta.
Un passaggio in cui spesso noi nonni siamo coinvolti in prima persona, anche perché in molti casi avviene a ridosso del rientro al lavoro della mamma. E quindi… attenti a non fare passi falsi!

Anche quando la mamma è riuscita a rimandare di qualche tempo il suo rientro al lavoro e quindi gestisce in prima persona lo svezzamento, è bene evitare alcuni errori banali, che facciamo come sempre per un eccesso di zelo. Perciò, teniamo sempre presenti le regole-base: non elargiamo consigli non richiesti (che possono in alcuni casi perfino essere in contrasto con le indicazioni del pediatra) sulla base di quello che si faceva ai nostri tempi, ma viceversa cerchiamo di rassicurare e di tranquillizzare di fronte alle piccole difficoltà.
E qui sì che la nostra esperienza può essere di aiuto. Per esempio: il bambino sembra rifiutare il cibo spostandolo in avanti con la lingua, come se volesse sputare? Noi nonne sappiamo che è del tutto naturale, perché deve ancora capire qual è il movimento giusto per mangiare con il cucchiaino (il movimento in avanti delle lingua è quello che fa nel succhiare) e che, imboccandolo un po’ di lato e non al centro della bocca, lo possiamo aiutare in questa nuova scoperta. Oppure non ne vuole sapere di un nuovo sapore? Meglio non intestardirsi a offrirgli quel cibo, ma lasciar passar qualche giorno prima di presentarglielo nuovamente, magari abbinato a un sapore che conosce già e che gradisce. Piccoli accorgimenti, in cui l’esperienza si rivela preziosa, ma non corriamo il rischio di sovrapporci alle competenze del medico o di sostituirci alla mamma.

Come comportarsi invece se la mamma deve tornare al lavoro e lo svezzamento è affidato a noi nonni? Anche qui, prima di tutto… tatto: meglio seguire sempre scrupolosamente le indicazioni del pediatra e della mamma, senza cercare di fare di testa nostra. Perché, anche se è vero che noi nonni possiamo vantare una bella esperienza, non c’è nulla di più irritante, per una mamma che probabilmente già vive con un po’ di ansia il distacco dal bambino, che vedere disattese le sue indicazioni con la scusa di “che cosa vuoi che faccia un cucchiaino di gelato” o “la crema di riso non gli piace, perciò gli ho fatto un po’ di pastina”…
Atteggiamenti non solo sbagliati dal punto di vista nutrizionale, ma che possono creare attriti tra nonni e genitori. Come spesso accade, infatti, in gioco per la mamma non c’è solo il cibo, ma anche il bisogno di sentire che si occupa del proprio bambino nel migliore dei modi pur essendo lontana, garantendogli sempre tutto ciò che è giusto per lui. Un bisogno che noi nonni dobbiamo assecondare (d’altra parte, non era così anche per noi?), rassicurandola e facendole sentire che non ci sostituiremo mai a lei, che il nostro ruolo è diverso e che l’affetto del suo bambino non le verrà mai meno, per quanti “vizietti” possiamo dargli.

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Lo svezzamento: le linee guida indicate dai pediatri
Svezzamento: sei cose da sapere,
Mangiare bene, fin dai primi mesi,
I bambini e il cibo: da 0 a 12 mesi

 

 

 

 

 

 

3 commenti su “Lo svezzamento… dalla parte dei nonni

  1. mi sono trovata a dover fare lo svezzamento a 2 nipotine e devo dire che non è stato difficile, con calma e amore ci sono riuscita; ho dato dei consigli a mia nuora, che li ha accettati molto volentieri, ben consapevole della mia esperienza di 3 figli. Ho seguito quello che mi diceva e che a lei aveva detto la pediatra perché anche lei non ha mai fatto di testa sua, ma ha seguito quello che la pediatra periodicamente le prescriveva in fatto di cosa dovevano mangiare, la quantità e il come. Infatti ora una di 8 anni e l’altra di 3 mangiano tutto ciò che mia nuora o io mettiamo in tavola. Invece noto che i figli di 3 ani di altre persone che hanno fatto lo svezzamento di testa loro senza seguire i consigli del pediatra hanno preferenze nel cibo e mangiano solo il cibo che conoscono.

  2. Che dire di quelle nonne che si sostituiscono alle mamme perché sono loro figlie sia per lo svezzamento che per i vaccini e le visite dal pediatra? Lo fanno perché magari pensano che la propria figlia, madre del nipote, non è abbastanza matura per prendersi cura del figlio… Che conseguenze può avere un atteggiamento così?

    1. Hai ragione, sono ruoli diversi e bisogna avere il buon senso di capirlo e di farsi da parte. Ognuno ha i suoi compiti, ed è bene che sia così

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