Le paure di una mamma… e i pensieri di una nonna

bambino-gioco-giardino-girandolaPubblichiamo volentieri questa lettera, il racconto di una nonna

Pomeriggio in giardino con mia figlia. Viene a trovarci una sua amica con il bambino. Bellissimo: 15 mesi di energia, corre, ride, gioca, impila i cubi, trova una girandola e corre a infilarla nella sabbia, prende le chiavi e va al cancello cercando di aprirlo perché ha visto passare un cane fuori, cerca di arrivare alla zuccheriera che abbiamo nascosto (ma che si ricorda benissimo dov’è), mi porta un libro, si siede sulle mie ginocchia, guardiamo il disegno delle scarpe e lui si tocca le sue, mangia un biscotto e cerca di darne un pezzo al gatto… Insomma, uno spettacolo, come sono i bambini di quest’età.

Intanto, mentre io faccio la nonna di tutti (una nonna è sempre… la nonna di tutti!), le ragazze parlano. E scopro così che l’amica di mia figlia è molto preoccupata per il bambino. Mi faccio attenta: le nonne non solo sono sempre nonne, ma sono sempre anche mamme… La sento racocntare che l’ha portato alla visita di controllo del pediatra, che il pediatra le ha detto che il bambino è indietro (?!!!) perché non parla e non mangia da solo, e vuole rivederlo tra due mesi. Io tra me e me trasecolo: ma insomma, abbiamo passato la vita a leggere che ogni bambino ha i suoi tempi, e se un bambino a 15 mesi non parla bisogna preoccuparsi?
Faccio mente locale e osservo il bambino con un occhio “critico”: un bambino autonomo, che gira, gioca con gli altri ma anche da solo (le costruzioni), anche se si vede che, da figlio unico qual è, il suo riferimento sono gli adulti.
Parlare? La mamma racconta che un paio di mesi fa diceva “mamma”, mentre ora fa dei discorsi composti di due o tre sillabe che ripete, dando ogni volta un’intonazione diversa: interrogativa, arrabbiata, implorante… E si fa capire perfettamente (sperimentato!).
Mangiare? La mamma dice che fa fatica a dargli la carne: anche se tagliata a pezzetti piccoli, la tiene in bocca un po’ e spesso la sputa. La mia esperienza di nonna mi dice che forse poteva cominciare prima a dargli il cibo a pezzetti, ma insomma, si abituerà. E quanto a mangiare da solo, certo: la mamma lo imbocca, ma quando vuole qualcosa di “extra” che gli piace lo prende e lo mangia da solo. Faccio la prova con un biscotto e una pera a pezzetti: spazzola tutto. E pazienza se ha le mani sporche e mangia cercando di acchiappare il gatto. Un po’ pigro, allora, forse… e soprattutto abituato ad avere la mamma intorno. Ma…  “indietro”???

Naturalmente mi guardo bene da mettere in dubbio quanto ha detto la pediatra, sia perché ho solo la mia esperienza di nonna e certo non sono un medico, sia perché penso che sia importante avere un rapporto di fiducia con il proprio dottore. E poi, penso che forse il pediatra abbia solo voluto esprimere un dubbio, per un eccesso di zelo, ma che l’abbia espresso con un tono un po’ secco.
Quello che è evidente però è che ora la mamma ha bisogno di un po’ di rassicurazioni. Io, da nonna, cerco di tranquillizzarla, raccontandole per esempio che anche le mie figlie, e perfino quella gran chiacchierona della sua amica, hanno parlato tardi, ma quando sono partite… hanno cominciato direttamente con le frasi! Capisco però che per questa mammina la frase della pediatra è una vera spina nel fianco, e che soprattutto l’ha fatta sentire inadeguata come mamma. Si chiede “in che cosa ho sbagliato? Dovevo fare di più per il mio bambino?”, e questo la rode, la fa sentire insicura, la mette in uno stato d’animo di continuo raffronto con gli altri bambini (A. parla già, B. ha più sicurezza nei movimenti…), che alla lunga può essere dannoso non solo per lei, ma anche per il suo piccolo.
Mentre parla, mi rendo conto di quanto sia importante che un pediatra sia non solo un bravo medico, ma anche una persona ricca di sensibilità, capace di rassicurare, pur senza sottovalutare i problemi. Perché qualche volta un dubbio diventa una gelida paura, un fantasma che prende corpo e toglie spontaneità al rapporto con il bambino (devo fare di più? E allora, visto che non parla ancora, corro a compare il libro e ogni giorno lo leggiamo per mezz’ora, come se fosse un compito. Oppure: e allora lo porto ogni giorno alla ludoteca, per fargli fare dei giochi educativi, anche se lui avrebbe tanta voglia di continuare a giocare  in giardino…).  Insomma, cari pediatri: certo, non minimizzate eventuali segnali di allarme, ma state attenti anche agli stati d’animo di mamma e papà, a cui basta davvero poco per entrare in crisi. Le famiglie sono organismi delicati e complessi, e funzionano… tutti insieme!
E mi rendo conto anche di un’altra cosa: che noi nonni, in queste giovani famiglie, abbiamo il compito di rassicurare, incoraggiare, ridimensionare le paure e insomma, per quanto è in nostro potere, portare serenità e costituire una solida “spalla” alla quale appoggiarsi. Un ruolo non sempre facile, ma… bellissimo, e che ci fa continuare a essere genitori, anche ora che i nostri figli sono grandi!

 

6 commenti su “Le paure di una mamma… e i pensieri di una nonna

  1. Brava NONNA(come me)! È cosi’ bello farsi disponibili verso queste Mammine cosi’ orgogliose dei loro piccoli, ma che se c’è un problemino vanno subito in crisi e si fanno prendere dall’ansia. Io le capisco benissimo, a me è successo(mio figlio ora ha 38anni),ma ringraziando DIO il suo problema è LUNGO, molto lungo, ma risolvibile, perciò bisogna armarsi di tanta tanta pazienza e avere FEDE. Una nonna felice.

    1. È proprio così. Anche noi nonne ci siamo fatte prendere dall’ansia, e quante volte! Ma proprio per questo abbiamo imparato che non serve a nulla.
      Tantissimi cari auguri per tuo figlio e per tutta la tua famiglia!
      Annalisa Pomilio
      Redazione di noinonni.it

  2. Si dice che i nonni viziano e i genitori educano…beh magari fosse così facile! I nonni hanno il ruolo d’equilibrio, di mediatori, tra le ansie dei genitori e ..le loro che devono dissimulare con l’esperienza 😉

  3. Sono una pessima mamma e nonna. Piena di ansia e di paure, che sto trasmettendo a figlie e nipotini. Dove trovate tutta questa saggezza ed equilibrio?

    1. Ma figurati, Valeria! Siamo certi che tu sia stata un’ottima mamma e ora sia una nonna meravigliosa!Penso che ognuno di noi abbia dei dubbi e dei momenti di sconforto e tema di aver “fatto danni”, ma penso che il fatto stesso che ce lo chiediamo significa che abbiamo una sensibilità e un’attenzione costanti e piene di affetto. E questo è l’importante!
      Un abbraccio e tanti cari auguri
      Annalisa Pomilio
      Redazione di noinonni.it

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