Nonna Annalisa racconta – Prime sfide

“No, E., non si sbatte il cucchiaio sul ripiano del seggiolone. E non si urla se non vuoi più mangiare! E se vuoi scendere dal seggiolone, aspetta un attimo: non puoi farlo da sola, rischi di cadere e di farti male!”.  A parlare è il papà, per una volta con un cipiglio severo (anche se io vedo che gli occhi gli sorridono). Ma lei, la piccola birbantella, lo guarda dritto negli occhi e, con aria di sfida, si solleva sul seggiolone e cerca di sfilarsi, a significare che lei di quella pappa ne ha davvero abbastanza e non ha nessuna intenzione di aspettare che il papà la tiri giù di lì per tornare a giocare.

Sono a casa di mia figlia e assisto a questa scenetta. Naturalmente mi viene da sorridere, anche se mi sforzo di non farlo e sono certa che sia ora di cominciare a mettere dei paletti, con dolcezza ma anche con fermezza, in modo da farle capire che cosa non si può fare. E infatti E. smette e aspetta: è una bimba dolce e molto serena, che è facile “distrarre” quando fa un capriccio, anche se in questi momenti mostra i primi tratti di quel “caratterino” con cui a breve penso che avremo a che fare. Che siano le prime avvisaglie di quella “crisi di opposizione” che gli psicologi collocano intorno al secondo anno di età?

Intanto cerco di ricordare. Lo facevano anche le mie bimbe, a quell’età? Mi accorgo di non riuscire a mettere a fuoco. Ricordo i capricci, certo, ma sempre per ottenere qualcosa. E molto bene i litigi tra le due sorelle, nate a poca distanza l’una dall’altra e che quindi condividevano i giochi… finché non bisticciavano. Ma non ricordo le sfide; non quando erano così piccole. Scherzi della memoria? È possibile! E d’altra parte, seguendo ora questa nipotina che mi permette di rivivere, da un altro punto di vista (con una dolcezza e una serenità che non avevo come madre), le esperienze di tanti anni fa, mi accorgo di come la mia memoria sia uno strumento imperfetto: basta un’immagine, un profumo, il contatto con un tessuto,  per farmi riaffiorare un’immagine, un episodio; ho ritrovato quasi automaticamente i gesti e le parole di quando ero mamma (il cambio dei pannolini, le canzoncine, il modo di imboccarla..), ma è tutto frammentario, mancano dei pezzi, confondo tempi e luoghi, e gli episodi non si compongono in un film continuo. Un film che ora però posso ricucire attraverso l’immenso dono di questa bimba.

Nonna Annalisa              

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *