Le grandi domande dei bambini

Le “domande di senso”, che i bambini cominciano a porre molto presto e che diventano più pressanti e ineludibili via via che crescono, richiedono risposte che pongono le basi della formazione della loro coscienza e della loro visione della vita.

“Dov’era il fratellino prima di crescere nella pancia della mamma? e dov’ero io prima di nascere? che cosa vuol dire morire? chi ha creato il cielo e le stelle? come si può aiutare quel bambino che chiede l’elemosina seduto sul marciapiede? e perché esistono persone così povere?…”
Sono domande che tutti noi ci siamo sentiti porre, prima o poi, dai bambini, e a cui tutti dobbiamo dare delle risposte, in base alla nostra sensibilità e al nostro credo.
Sono domande delicate e “forti”, che rivelano quanto profonda sia, in ogni bambino, la richiesta di spiritualità, la tensione verso un ideale superiore, verso qualcosa che ci trascende, la ricerca di un riferimento a valori grandi e validi per tutti, che possano essere la base della sua formazione.
Ed sono domande a cui noi adulti di riferimento – in primis genitori, naturalmente, ma anche nonni – dobbiamo dare risposte “forti”, che non deludano il bambino, perché è sulla base delle nostre risposte che si forma la sua coscienza, la sua visione del mondo. Insomma, sono queste risposte, insieme all’esempio che diamo loro ogni giorno, a formare nei bambini quello “zoccolo duro” di valori condivisi su cui poggia la nostra civiltà occidentale, se non l’intera civiltà umana. Ed è importante che queste risposte siano coerenti, e che quindi noi nonni le condividiamo con i genitori.

Genitori-nonni: quando ci sono delle differenze

Capita però anche che tra l’impostazione dei genitori e quella dei nonni ci siano delle differenze: genitori atei o agnostici, che vorrebbero allevare i figli senza riferimenti religiosi, o genitori che abbracciano una fede diversa da quella dei nonni.

In questi casi, difficile dare consigli. Però il riferimento comune, su cui incontrarsi e costruire un sistema di valori valido per tutti, e anche per i bambini, è quello ai valori cristiani che permeano tutta la nostra cultura.
Sono i valori in cui tutti noi ci riconosciamo, anche chi si professa non credente, e che vengono dai Vangeli e da coloro che, nel corso dei secoli, hanno vissuto i Vangeli, facendone la linfa della propria vita, interpretandoli e lasciandosene guidare e quindi in qualche modo “riscrivendoli”, generazione dopo generazione.
I valori cristiani veri, più profondi, sono infatti basati su quella legge dell’amore che ci ha lasciato Gesù. Quindi non si tratta di precetti, ma di linee guida da seguire nella vita di tutti i giorni: il rispetto per l’essere umano, e quindi l’amore per il prossimo; il rifiuto della volenza; il rispetto per la Terra su cui viviamo, un dono che ci è stato elargito da Dio…

Valori tutti condivisibili da chiunque, e che noi nonni possiamo trasmettere ai nostri nipoti anche al di là di una formazione religiosa “tradizionale”, di tipo catechistico, qualora genitori abbiano idee diverse dalle nostre,per aiutarli ad alzare gli occhi e a guardare il cielo.

Le tradizioni cristiane

Ma poi, indipendentemente al credo e dall’educazione religiosa, c’è un elemento meno impirtante, ma centrale nella vita delle famiglie: le tradizioni familiari, per lo più legate alle feste religiose come  il Natale, la Befana, la Pasqua…
Come festeggiare senza raccontare ai bambini la storia di quel bambino nato in una grotta duemila anni fa, e che ha cambiato il mondo; dei re Magi arrivati da lontano per adorarlo; della sua Risurrezione, con cui ha sconfitto la morte… ? Anzi, è importante raccontarlo, perché queste feste abbiano un senso!
E poi sono tradizioni che fanno parte della storia di ogni famiglia, e si sa che tramandare la memoria e le tradizioni è uno dei compiti di noi nonni!
Per non parlare, e qui mi fermo, dell’arte occidentale, intrisa di simboli e di valori religiosi e che è impossibile capire senza riferirsi a questi. E perché privare i bambini di questi strumenti? Come ammirare per esempio una delle tante, poetiche interpretazioni della Natività senza conoscere i racconti dei Vangeli?
Perciò nonni, raccontiamo sempre, perché ogni parola lascia un piccolo segno nell’animo dei bambini, e se insegniamo loro a guardare il cielo, impareranno ad alzare gli occhi, a sognare e a guardare al di là del loro orizzonte!

I riti

La formazione cristiana segna tutta la vita dei bambini. E tra i momenti indimenticabili per i nonni ci sono i riti classici: il battesimo, in cui vediamo quel pulcino appena nato e inconsapevole ricevere i primi simboli cristiani, mentre i genitori, i padrini e anche noi nonni (per quanto in genere in questi momenti in seconda fila), ci impegniamo a dare una formazione cristiana al bimbo.
E poi quando son più grandicelli, le prime messe (faticose, certo, inutile negarlo, con i bambini che scorrazzano per la chiesa… ma bisogna pur iniziare con le buone abitudini, non è vero?), il catechismo, l’oratorio, la comunione e, più tardi la cresima…
Tutte tappe di un percorso armonioso su una strada in cui tutti – genitori, nonni, educatori – sono allineati e condividono valori e impostazione.

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