La “sindrome da nido vuoto”

A me è capitato qualche tempo fa, quando la mia “piccola” è andata a vivere da sola. E ho scoperto che anch’io soffro la “sindrome da nido vuoto”. E insomma, che la sindrome da nido vuoto esiste! Ed esiste anche quando, con l’arrivo dei nipoti quasi in contemporanea con l’uscita di casa dell’ultimo nostro “cucciolo” (magari ormai trentenne….), il nido in realtà non è affatto vuoto!

Adattarsi al cambiamento

D’altra parte, è un cambiamento notevole, e come tutti i cambiamenti richiede un periodo di adattamento e che ci costringe a cambiare abitudini e mentalità. A partire dalle cose più semplici: quanti di noi nel fare la spesa per un po’ non riescono a calibrarsi sulle esigenze ridotte, e continuano a riempire il frigo come prima? O continuano a compare dei cibi che piacciono al figlio da poco uscito di casa, ma che ora restano in dispensa senza essere consumati? Oppure… avete notato come cala drasticamente il numero delle lavatrici? Ed è capitato anche a voi di trovarvi davanti alla cesta dei panni sporchi scoprendo con sorpresa che è ancora semivuota, anche se pensavate che fosse ora di fare un lavaggio?

Un allontanamento inevitabile

Piccole cose, certo, ma che si accompagnano a quelle più grandi. Perché anche se ci si sente spesso al telefono, manca la chiacchierata distesa, il raccontarsi gli episodi quotidiani magari mentre si cena, la condivisione di un’esperienza, di un sorriso, di una delusione… Tutto diventa meno immediato, a dispetto dell’affetto immutato, e a noi genitori, inevitabilmente, sembra di perdere qualcosa in termini di confidenza, di intimità.
Naturalmente ognuno ha la sua storia, e talvolta i rapporti con i figli, ormai adulti, sono già cambiati e si sono allentati quando escono di casa, e quindi il distacco è più graduale. Ma più spesso si avverte una certa malinconia, in attesa che tutti gli equilibri familiari – e anche quelli di coppia – si rassestino in modo nuovo.

I nipoti, una “marcia” in più!

Certo, ad aiutare noi nonni in questo passaggio ci sono i nipoti; c’è la sensazione che ci sia una nuova proiezione nel futuro, in una progettualità che, anche se non è direttamente nostra, comunque ci coinvolge. E c’è il privilegio di poter assistere di nuovo, da un punto di osservazione privilegiato, alla meraviglia della crescita dei bambini. E non è poco!

2 commenti su “La “sindrome da nido vuoto”

  1. È successo anche a noi, inevitabilmente! Ora però cinque (5) nipoti arrivati in sei anni hanno colmato qualche vuoto e ora, quando siamo soli, ci godiamo il nostro tranquillo tran-tran.
    Mancano però i pranzi o cene tra noi quattro senza interferenze …
    Che nostalgia!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *