Fine delle feste

Natale è passato, le feste sono finite, e ci si ritrova a disfare l’albero e a togliere gli addobbi con un po’ di malinconia. Malinconia che ci riporta al passato, quando lo facevamo con i nostri figli bambini, mentre ora per lo più noi nonni ci ritroviamo a farlo da soli.
Malinconia perché è passato un altro anno… e accidenti, come accelera questo tempo!? Come mai ci sembrava che i nostri figli crescessero così lentamente, mentre ora i nipoti ci cambiano sotto gli occhi, ogni volta che li vediamo, e ci sembra che tutto quello che abbiamo preparato e abbiamo immaginato di fare con loro, e che andava bene fino a poco tempo fa, ora sia già superato?

Malinconia anche perché di colpo la nostra casa ci sembra più spoglia, più vuota: via i rossi, gli ori e gli argenti, le luci del Natale… per qualche giorno, finché l’occhio (e il cuore) non sai riabitua, ci sembra che si spenga tutto, che sia tutto smorto.

E poi, a qualcuno di noi resta in bocca anche il sapore un po’ ferrigno della delusione: tanti preparativi, tante aspettative… per poi vedere la famiglia riunita magari due volte. E per quelle due volte, spesso sulle spalle dei nonni la fatica di fare la spesa, di preparare tutto, di cucinare, di risistemare dopo; l’esborso per i regali di Natale, con la speranza di vedere felici figli e nipoti.  E poi invece qualche volta è proprio in queste feste, che tutti cerchiamo di fare insieme con l’idea di riunire tutta la famiglia, che si riaccendono i malumori, che bisogna reingoiarsi le lacrime e le delusioni e cercare ancora una volta di mettere pace, di smorzare i ton, di conciliare le esigenze. C’è un detto napoletano che suona come “i dolori del parto non finiscono mai”. E, come sempre, mi sembra proprio che la saggezza popolare faccia centro.

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