Risponde lo psicologo – Rapporti familiari complessi
Una nonna e una zia che, pur vivendole vicino, non riescono a instaurare con la nipotina il rapporto di affetto e confidenza che desidererebbero. Ecco i consigli della nostra consulente, la dottoressa Manuela Arenella, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza.
DOMANDA
Non sono una nonna ma una zia e scrivo per mia madre che è nonna di
una bimba di 27 mesi, figlia di mio fratello.
La moglie di mio fratello è una persona molto possessiva e anche molto contraddittoria, nel senso che è gentile e disponibile ma poi nessuno della nostra famiglia ha potuto toccare o prendere i braccio la piccola prima di 3-4 mesi di vita e ancora oggi o ce l’ha lasciata mai neppure un’ora.
Fino a un po’ di tempo fa la piccola era affettuosa e dolce ma ora ha iniziato a essere aggressiva con me e mia madre quando andiamo a trovarla. Dicono che possiamo passare quando vogliamo e noi andiamo piuttosto spesso, però a volte sembra che disturbiamo o che siamo invadenti, ma le assicuro che nessuno di noi ha mai fatto qualcosa di invadente, abbiamo anche paura di chiedere, siamo arrivate al punto di stare zitto perché non sappiamo cosa possiamo dire e cosa no. Da un po’ di tempo la bimba, appena ci presentiamo a casa sua,
inizia a dire “nonna via, non voglio, zia via…” e alza anche le mani. La
mamma ovviamente la sgrida, ma non credo sia il modo migliore per farle
capire. La mamma, mia cognata, dice “lo fa solo con voi due!”
Insomma io non riesco a capire questo cambiamento e davvero siamo in difficoltà. Non mi sembra giusto che la bimba possa stare dagli altri parenti, i componenti della famiglia mamma, e con noi mai. E abitiamo a 150 mt di distanza!
Chiedo se è normale che la piccola abbia avuto questo cambio di
atteggiamento senza motivo e cosa possiamo fare noi, in che modo possiamo comportarci. Tra l’altro se la attrai con qualche gioco o altro, la bimba ci
abbraccia e gioca.
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
Credo che la chiave di questa domanda sia nella complessa dinamica delle relazioni familiari, che probabilmente sono nate e si sono sviluppate prima della bambina stessa!
Dalle poche (per ovvi motivi di spazio e tempo!) situazioni descritte dalla Signora traspare una difficoltà di comunicazione tra i vari membri, che sembrano tutti soffrire una situazione senza però fare niente per modificare. Credo che il bisogno più grande sia legato alla chiarezza e all’autenticità.
Rispetto al non poter tenere la bimba, ecc…, questo rientra nell’ambito delle scelte genitoriali. Lei dice che sua cognata è possessiva e non la lascia, ma suo fratello dov’è? È a lui che dovreste portare le vostre domande e richieste, non crede? E con lui probabilmente dovreste discutere apertamente delle vostre visite e dell’imbarazzo che le accompagna.
Credo sia molto difficile trovare argomenti di conversazione tutti i giorni! A volte è meglio vedersi meno ma godersi di più.
Rispetto allo specifico della sua domanda, le variazioni di atteggiamento nei bambini possono rispondere a diverse variabili.
Innanzitutto la sua nipotina sta entrando nella fase dell’opposizione, per cui è portata a rifiutare e contestare tutto (l’argomento è stato approfondito in articoli precedenti). E questa è una ipotesi.
Un’altra possibilità è che la bambina avverta il disagio (seppur espresso con gentilezza e buone intenzioni) della mamma, e sia lei ad esprimerlo direttamente, attraverso atteggiamenti di rifiuto; i sentimenti delle mamme rispetto a persone o situazioni arrivano anche ai bambini che, così, si orientano nel cogliere ciò che è “approvato” o meno dalla mamma, quello che la rende felice e quello che la irrita.
Partendo dal presupposto che i bambini tendono naturalmente ad allontanarsi da atteggiamenti troppo invadenti o possessivi, l’altra ipotesi è quella per cui in qualche modo la bimba senta la vostra voglia di godervela, di stringerla, ecc., e la viva come un’imposizione o un eccesso.
Infine, è possibile che la bimba faccia così per cercare di stimolare in voi una reazione, un “alt” che forse nessuno le dà. Forse la nonna e la zia sono le uniche con cui può non fare sempre la brava bambina, ma concedersi anche le arrabbiature o i capricci, che talvolta sono un modo per sentirsi più volute (“tu non mi vuoi, ma io ti voglio lo stesso, non vedevo l’ora di vederti” ecc… oppure ditele che la vedete molto arrabbiata e fatele comprendere la vostra voglia di capire perché, facendo magari voi delle ipotesi).
In ogni caso è importante vedersi magari meno, ma con un tempo di qualità, che prevede autenticità, chiarezza (i bambini sono sensibilissimi a tutte le cose “non dette”) e la possibilità di concentrarvi, più che sulla cognata o sulle dinamiche familiari, sulla bimba e su un gioco pienamente condiviso e goduto, che è ciò che realmente cementa una relazione!
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole