Risponde lo psicologo – Difendiamo la parte bambina
Un bambino intelligente e bravo in tutto, ma molto “nervoso”. Che cosa nasconderanno mai certi suoi atteggiamenti? Leggiamo la risposta della nostra consulente, la psicologa Manuela Arenella.
DOMANDA
Sono la mamma di un bambino di 5 anni. Mio figlio è un bambino intelligente, sa già quasi leggere, ha una passione per l’orologio, i numeri. Solo che è troppo nervoso e alza le mani con i nonni materni. Ovviamente viene sgridato da me, ma non da loro, che non ascolta.
È prepotente, ma la cosa che più mi ha spinto a scrivere è il suo atteggiamento a scuola. Oggi, dopo il rimprovero della maestra, le ha dato uno schiaffo sulla mano. Mi sono sentita molto mortificata e adesso molto abbattuta.
Che cosa devo fare, dove stiamo sbagliando? È figlio unico e inoltre ha difficoltà a interagire con i coetanei, perché a parer suo si annoia. Come posso intervenire? Grazie!
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
Gentile Signora, da quello che scrive traspare il suo amore e il suo orgoglio per un bimbo così intelligente e curioso.
Queste sono senza dubbio qualità importanti, che rischiano però di rimanere sterili abilità, se non si uniscono allo sviluppo parallelo degli aspetti emotivi e relazionali.
Non ho sufficienti informazioni per poter dire che sia questa la difficoltà di suo figlio, però accade sempre più spesso, al giorno d’oggi, di vedere bambini che sono come divisi a metà: dal punto di vista razionale sono “avanti”, hanno ottime abilità linguistiche, fanno ragionamenti importanti, sanno usare la tecnologia, ecc…; dal punto di vista emotivo e relazionale, invece, presentano difficoltà a tollerare limiti, ad ammettere paure o bisogni, a concedersi tutti quegli aspetti regressivi che fanno di un bambino, appunto, un bambino!
È come se fossero dei piccoli adulti che faticano a mettersi nella posizione di bambini che, come tali, possono sbagliare e venire sgridati; faticano a riconoscere l’autorevolezza degli adulti e mascherano con un senso di superiorità la fatica a interagire con i coetanei.
È importante e bello lodare i bambini, ma ricordiamoci che dobbiamo mantenere un ruolo di riferimento che resti fermo ed autorevole.
Non serve abbattersi, i comportamenti che descrive sono delle “richieste di aiuto” rispetto alla fatica di suo figlio a viversi la sua parte bambina, che consiste nel poter sperimentare liberamente, senza paura di sbagliare o ansia di perfezione; nel godere del gioco condiviso con i coetanei, e nel sentire i suoi adulti di riferimento come autorevoli e protettivi.
Se la mia mamma o il mio papà si lasciano picchiare da me, come faranno a proteggermi?
L’essere troppo “morbidi” o aver timore di bloccare con forza certi comportamenti, significa non aiutare il bambino a gestire le pulsioni, perdere autorevolezza ai suoi occhi, e condannarlo a sentirsi solo, di fronte a una fatica che non può ammettere.
Il lavoro grosso è quello di arginare con fermezza queste reazioni, far sentire al vostro bimbo che gli adulti siete voi, e incoraggiare non la lettura o gli apprendimenti razionali (per quelli c’è tempo, e se non sono sostenuti da una buona base emotiva cadono nel vuoto), ma gli aspetti più regressivi, fatti di fragilità, di condivisione di paure e voglia di coccole.
Sarebbe inoltre importante creare o incentivare le occasioni in cui il suo bimbo possa stare con dei coetanei. La noia spesso è l’alibi con cui mascheriamo una difficoltà che non vogliamo ammettere, e per imparare a stare con gli altri abbiamo bisogno di tempo e di occasioni che, piano piano, ci insegnino come si fa.
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Che cosa deve sapere un bambino?
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.