Risponde lo psicologo – Come insegnare a perdere ai bambini?
Imparare a perdere: una lezione non certo facile, ma necessaria per i nostri bambini. Ma come insegnalo, senza andare a scalfire la loro autostima? un lettore lo chiede alla nostra consulente, la psicologa Manuela Arenella. Ecco la sua risposta.
DOMANDA
Quando gioca, il mio nipotino vuole sempre vincere. Certo, in casa è possibile “gestire” questo suo desiderio, magari anche cercando di incrementare le vittorie del bimbo, ma fuori casa con altri bimbi non è così semplice. E non è bello vederlo inscenare capricci pazzeschi perchè non sa accettare la “sconfitta” in un gioco.
Nel gioco entrano in campo dinamiche diverse e porre l’accento sul vincere non sempre è produttivo… Bisognerebbe insegnare ai bambini che l’importate è l’arrivare in fondo, il migliorare, il divertirsi, il confrontarsi e anche il saper accettare che un altro possa fare meglio di te in quel momento. Ma come fare?
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
Rispondere a questi domanda richiede di approfondire un po’ temi complessi.
I bambini nascono assolutamente onnipotenti, convinti del fatto che siano loro a “creare” il seno che li nutre e l’abbraccio che li tiene. Questa “illusione”, nei primi mesi, è assolutamente positiva e l’adattamento dell’adulto è funzionale a consolidare questo loro sentirsi importanti, gettando le basi della loro autostima.
Col passare del tempo e con l’arrivo di frustrazioni minime, correlate all’età, dall’onnipotenza si passa all’egocentrismo (3-6 anni), cioè alla consapevolezza di essere “separato”, distinto dalla mamma, ma comunque al centro di tutto ciò che gli accade intorno, che risulta essere egoriferito.
Compito dell’adulto, a mio avviso, dovrebbe esssere quello di allenare il bambino alle frustrazioni e ai limiti, che incontrerà anche fuori, ma comunque sostenendo il suo senso di “specialità”, di unicità.
Qui non si tratta di “ingannarli”, ripetendogli che sono campioni in modo decontestualizzato e poco credibile; si tratta di sentire, di essere convinti della loro specialità e unicità, e far sì che la percepiscano al di là delle vittorie o sconfitte. Ripetergli delle formule vuote, in cui non crediamo, non serve a niente, poiché i bambini hanno le antenne e sono assolutamente attenti all’autenticità del sentire adulto(che spesso dipende anche dalla storia personale di ogni genitore).
Se la famiglia costituisce una base sicura che mi restituisce fiducia, preziosità e accettazione completa , questo mi darà la forza interiore per affrontare e tollerare le sconfitte che incontrerò fuori.
Il messaggio da trasmettere è che “nelle sfide si vince e si perde, ma non per sempre”, e che comunque vince sempre chi si diverte!!
In realtà da piccoli siamo innanzitutto in competizione con noi stessi, sempre tesi a superare il nostro risultato precedente, nella speranza di non deludere i nostri genitori.
Un bambino che si sente amato i modo incondizionato, non avrà paura di osare e anche di sbagliare.
Se nutro un senso di me amabile e sicuro, tollererò meglio anche le sconfitte e le prese in giro dei pari. È un pò come chi, non essendo sicuro di sé, ha continuamente bisogno di dimostrare il suo valore nella prestazione, ad esempio primeggiando su tutti o evitando l’errore, che viene vissuto come una “macchia” indelebile che ci fa sentire a disagio.
Se nostro figlio non regge le sconfitte e il confronto, che vive appunto come una “macchia”, allora ci dobbiamo chiedere perché non ha sufficiente senso di sé da potersi sentire amabile e “campione”, a prescindere dal fatto che vinca o che perda.
Come viviamo noi le sconfitte? Quali sono i nostri reali sentimenti rispetto al vincere, al primeggiare? Davanti ai capricci e alle crisi del bambino quando perdere, è importante innanzitutto tranquillizzarlo, creare un momento da soli in cui, quando si sarà calmato, riprendere l’argomento, sostenendo in modo autentico che il bambino è prezioso e speciale per quello che è, non per quello che fa.
Trovi un altro articolo della dottoressa Arenella sullo stesso tema anche a questo link:
Risponde lo psicologo – Imparare a perdere
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole. Collabora con il sito www.bimbiarimini.it
Risponderà alle vostre domande e sollecitazioni (per scrivere potete utilizzare l’indirizzo mail: [email protected]), anche su temi legati all’attualità e a fatti di cronaca.