Risponde lo psicologo – Scuola e casa, che differenza!
Alcune volte i bambini hanno comportamenti profondamente diversi a casa e a scuola, tanto che i “resoconti” che ci arrivano dalle maestre lasciano perfino perplessi e disorientati genitori, nonni e coloro che seguono la crescita dei piccoli a casa. Come mai? Il parere e i consigli della psicologa Manuela Arenella.
DOMANDA
La mia bimba, di 3 anni e mezzo, è stata sin dalla nascita molto vivace, ipercuriosa, molto socievole e con il sorriso sulle labbra. Ma da quando ha cominciato l’ asilo è cominciato l’inferno. Le maestre mi dicono che alza le mani sui compagni quando qualcosa non va, che le regole le conosce alla grande ma non ha nessuna intenzione di rispettarle.
In compenso dal punto di vista didattico è la numero uno. Mi hanno detto che impara tutto con estrema facilità e che è interessata a ogni attività con entusiasmo.
Ho provato a invitare a casa la bimba con la quale ha più scontri ma giocano tranquillamente, anzi è dolcissima, affettuosa e se vogliamo dirla tutta succube.
Non so cosa fare per farle perdere quell’atteggiamento a scuola. Mi sento frustrata come genitore!
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
Capisco il vissuto di frustrazione, ma i resoconti delle maestre rispetto ai comportamenti dei nostri bambini, per quanto talvolta difficili da digerire, ci aiutano a conoscere aspetti emotivi e relazionali che non riusciamo a vedere a casa.
La casa, il contesto famiglia, il rapporto con l’adulto o il rapporto uno a uno che si stabilisce quando si invita a casa un’amica, sono situazioni “privilegiate”, tranquille.
Diverso è il dover incontrare e accogliere un contesto nuovo, dove ci sono nuovi adulti a cui fare riferimento, e soprattutto un gruppo di bambini che hanno i nostri bisogni di attenzione, di possesso delle cose, di averla vinta, ecc…
In più può capitare che bimbi particolarmente legati ai genitori e alla loro approvazione a casa mettano in gioco la loro parte “migliore” e abbiano bisogno di sfogare la loro aggressività o la loro opposizione nel contesto scuola.
Credo sia importante, innanzitutto, riflettere sulle sue (di lei mamma) aspettative rispetto all’inserimento della sua bambina, e sulla fiducia che caratterizza il suo rapporto con le maestre.
Se a casa siamo il centro dell’attenzione (soprattutto se siamo figli unici), ci rapportiamo per lo più con adulti che stravedono per noi e ci chiedono poche “fatiche”, ovviamente anche a scuola ci aspettiamo di poter fare ciò che vogliamo. In più incontriamo la fatica delle liti tra bambini, a cui forse siamo poco abituati e a cui reagiamo attivando un’aggressività fisica.
È importante che la sua bimba accolga tutte le proposte con entusiasmo, ma a questa età, a mio avviso, conta nutrire, più che gli aspetti didattici e razionali, quelli emotivi e relazionali.
È fondamentale che lei ribadisca, in un’ottica di coerenza e collaborazione con la scuola, che le regole vanno rispettate anche lì, altrimenti ci saranno delle conseguenze.
La sua bimba deve sentire che la sua mamma si fida delle maestre, e condivide le richieste che le insegnanti fanno attraverso le regole.
Riuscire a stare in un contesto regolato significa poter, gradualmente, ridurre l’onnipotenza e poter accedere alla relazione con l’altro, capendo che non esisto solo io, ma anche altri bambini, con esigenze diverse.
È importante anche ribadire il suo “no” rispetto al picchiare i compagni: “Capisco che eri arrabbiata, ma le botte non si danno. Cosa avremmo potuto dire/fare, invece di picchiare?”
Aiuti la sua bambina a immaginare altre reazioni, altri modi per gestire il conflitto.
Se le è possibile, frequenti parchi, spiaggia e luoghi in cui ci sono altri bambini; l’apprendistato sociale, la capacità di relazionarci e condividere si impara dall’esperienza!
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.
Salve, vorrei mandare mia figlia in una scuola privata elementare con convitto. L’unica perplessità che ho deriva dal fatto che scuola e convitto sono ubicate nello stesso stabile. Ci sono controindicazioni a riguardo? Credo che la separazione degli spazi sia importante per capire quando sei a casa o a scuola e di conseguenza ciò che a casa puoi/devi fare e ciò che puoi/devi fare a scuola. Ho paura che tutto diventi caos. Quali sono i rischi. Mi può indicare degli studi a riguardo da poter consultare? Grazie
Gentile Damiano,
abbiamo inoltrato la sua domanda alla psicologa e le invieremo la sua risposta appena possibile.
Ci chiediamo però: intende un convitto in cui la bambina dorme anche durante la settimana? Ma che età ha sua figlia? Come mai avete fatto una scelta di questo tipo? Alla bambina è stato spiegato che cosa comporta?
Ci scusi, non vorremmo essere indiscreti, ma sono elementi importanti per inquadrate la situazione.
Cordiali saluti
Annalisa Pomilio
noinonni.it