Al cinema con i bambini: Iqbal – Bambini senza paura

Iqbal-bambini-senza-paura-filmUna storia vera e “difficile”, raccontata con il linguaggio dei cartoni animati e portata alla misura dei bambini. È questa la scommessa del film Iqbal – Bambini senza paura. Ed è una scommessa, diciamolo subito, vinta!

La storia portata sullo schermo fa Michel Fuzellier , uno dei più importanti registi nel campo dell’animazione, e da Babak Payam, autore e produttore iraniano, è quella di Iqbal Masih, il bambino pakistano divenuto il simbolo della lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile in ogni parte del mondo.
Nato nel 1983, Iqbal fu venduto a quattro anni dalla famiglia a un venditore di tappeti e rimase in stato di schiavitù fino al 1992, quando riuscì a fuggire e cominciò a viaggiare e a tenere conferenze per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni di vita dei bambini lavoratori pakistani, per venire ucciso, in circostanze ancora poco chiare, nel 1995.

Questa la storia. Il film la racconta, dicevamo, con un linguaggio che la rende perfettamente a misura di bambino: Iqbal è un ragazzino che vive in Oriente e ha imparato la difficile arte di intrecciare tappeti bellissimi. Vive felice nel suo villaggio, ma purtroppo suo fratello si ammala e per curarlo occorrono medicine costose. Iqbal allora decide di partire, ma purtroppo incontra Hakeem, un imbroglione che gli promette si comprargli le medicine se realizzerà un tappeto per il suo amico Guzman.
Così Iqbal si ritrova venduto a Guzman, che ha una fabbrica clandestina di tappeti in cui fa lavorare dei bambini tenuti come schiavi. Ben presto però il ragazzo capisce che quel debito non sarà mai ripagato e che lui, come i suoi compagni, non potranno mai tornare alle loro famiglie. Ma non si dà per vinto e comincia a elaborare un piano per scappare e liberare i suoi amici…

Il film, che non a caso esce in concomitanza con la Giornata Internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, è di quelli che tutti i ragazzi dovrebbero vedere, perché riesce a raccontare questa storia senza toni traumatici, ma anche senza nascondere la verità, facendo riflettere, ma anche parlando al cuore, come i grandi film sanno fare.

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