Risponde lo psicologo – Più che nonni…
Oggi la nostra consulente, la dottoressa Manuela Arenella, psicologa psicoterapeuta specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza, risponde alla domanda di due nonni che, dopo il divorzio dei genitori, si trovano troppo spesso a rivestire anche il ruolo di genitori.
DOMANDA
Siamo nonni di una bambina di 9 anni con genitori ormai divorziati da quasi 2 anni. I genitori, per ovvi motivi, tra cui la nuova relazione della madre e una figlia avuta recentemente dal nuovo convivente, lasciano noi nonni a gestire in modo anche più che genitoriale la nipotina, sopperendo sia ai bisogni primari sia a quelli che riguardano la sfera affettiva e l’educazione vera e propria.
Come dovremmo comportarci quindi, dando retta ai “genitori” oppure sopperendo a tutte le situazioni in cui la domanda di affetto è evidente? Ci sentiamo impreparati e in difficoltà e siamo costretti spesso a rinunce, che facciamo volentieri, ma che condizionano pesantemente la nostra esistenza.
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
La domanda in questione ci parla di una situazione limite. Le indicazioni date in altri articoli inerenti al ruolo dei nonni (Essere nonni – Il ruolo dei nonni nelle famiglie separate) hanno a che fare con situazioni in cui c’è comunque una presenza genitoriale forte, e i nonni rappresentano l’aiuto (al giorno d’oggi sempre più necessario) nella gestione pratica dei bambini.
L’amarezza e la stanchezza che traspaiono dalla domanda di oggi ci parlano di una situazione estrema in cui i genitori hanno praticamente abdicato al loro ruolo, delegando ai nonni la totale e completa gestione della bambina.
Non credo che esistano “ovvi motivi” per cui rinunciare alla gestione di un figlio: non è ovvio che una nuova relazione o un nuovo bambino mettano in secondo piano un figlio nato precedentemente. Non è ovvio che dei genitori deleghino ai nonni il loro ruolo. Non è ovvio e quindi non bisogna rassegnarsi a questo.
Sarebbe importante capire il pregresso, cosa è successo prima, che tipo di dinamiche relazionali erano in atto prima della separazione.
In cosa consiste il “dar retta” ai genitori? Dalla domanda sembra che i genitori chiedano di non “sopperire alle situazioni in cui la domanda di affetto è evidente”, è così?
In questo caso è importante che i nonni, unici punti di riferimento saldi, si rendano disponibili a dare alla bambina ciò di cui ha bisogno, sia dal punto di vista pratico che emotivo. Allo stesso tempo, però, credo sia fondamentale richiamare i genitori al proprio ruolo, insistere affinché si riprendano la gestione della bambina, con tutti i limiti del caso. Dovreste insistere affinché tornino protagonisti nella vita della bambina, non solo perché non è giusto che voi facciate sacrifici tanto grandi, ma per il bene di vostra nipote.
Da nonni, più che sopperire alle mancanze dei genitori, si può e si deve insistere affinché i genitori stessi si comportino responsabilmente, poiché, per quanto le storie d’amore possano finire, da un figlio non ci si separa mai!
Probabilmente ci sono grosse fragilità e difficoltà in dei genitori che rinunciano alla fatica e all’orgoglio connesso al loro ruolo, difficoltà di cui, come sempre accade, fa le spese la bambina.
Mi domando quale possa essere il suo vissuto, e come potrà fare i conti con il senso di abbandono connesso ad una situazione del genere.
Per quanto in situazioni come queste tutti gli adulti facciano una grande fatica, chi ne fa realmente le spese, soprattutto in termini di sofferenza psichica, sono sempre i bambini.
Trovi altri articoli sul ruolo dei nonni anche a questi link:
Essere nonni
Il ruolo dei nonni nelle famiglie separate
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.
Anche io ho mio figlio che si è sposato presto, a 19 anni. Lei era rimasta incinta, si volevano bene, ma poi i caratteri escono e nascono i problemi. Si sono separati da un’anno, ma era già da tempo che non stavano insieme. Ora la bambina sta una settimana con il papa’ e una settimana con la mamma, e quando sta con il papa’ sta con noi. La bambina è molto legata a me, diciamo che da quando è nata è stata con noi, quindi l’abbiamo cresciuta, però è vero che alcune volte i genitori approfittano della situazione e si appoggiano totalmente ai loro genitori (insomma, ai nonni). Premetto che io amo alla follia tutte le mie nipoti, ma questa nipote è tutto per me, è come una figlia. Sarà anche sbagliata questa morbosità, ma non so che fare. Infatti quando ci sono io, cambia atteggiamento.
Paola, capisco la tua preoccupazione, ma non me ne farei un cruccio. Per la bimba è sicuramente importantissimo trovarsi in un nido caldo e sicuro e sapere di poter contare su di voi. Sono certa che la vostra casa e la vostra famiglia sia per lei un porto sicuro e poi… l’amore non è mai troppo!
Un abbraccio
Annalisa Pomilio
Redazione di noinonni.it