Risponde lo psicologo – I primi passi
La domanda di una nonna preoccupata perché la sua nipotina, che ha appena cominciato a camminare, sembra aver paura quando si trova a farlo su superfici diverse dal pavimento regolare, come ad esempio i tappeti. C’è da allarmarsi? Naturalmente no! Ecco però la risposta della nostra consulente, la psicologa Manuela Arenella, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza.
DOMANDA
Le scrivo per chiederle un parere. La mia nipotina ha 14 mesi, ha da poco iniziato a lanciarsi da sola a camminare, poche volte cerca ancora la mano. Ovviamente ha imparato con le scarpe. Quando la mamma ha provato a metterla a terra con i piedini nudi, abbiamo notato che ha una totale paura di camminare sopra ogni tipo di tappeto. Qualche giorno fa abbiamo fatto una passeggiata al mare e non ha voluto toccare la sabbia con i piedini (avevo sentito dire che non tutti i bimbi familiarizzano subito con il mare e la sabbia) ed è rimasta sempre in braccio alla mamma.
Siamo preoccupati, anche perché a casa dopo averle rimesso le scarpette guardava con timore il tappeto del soggiorno dove praticamente è stata seduta a giocare da sempre. Come mai? Cosa possiamo fare, oltre che sederci con lei a piedi nudi e giocare sui tappeti? Non vorremmo forzarla e farla diventare una vera fobia.
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
Gentile Signora, le tappe di sviluppo dei bambini seguono andamenti vari e diversi, e sicuramente non sono riducibili a schemi precisi.
Non credo sia il caso di allarmarsi se si manifestano reazioni “inaspettate” o strane, poiché l’acquisizione di una nuova abilità procede per gradi, per prove ed errori, e l’andamento non è mai lineare, ma fatto di andate e ritorni. Più carichiamo di ansia questa naturale oscillazione e più ne alteriamo la naturale evoluzione.
Un bambino che comincia a camminare fa un grande sforzo di equilibrio, si sente ovviamente vacillare, quindi ha bisogno di un “terreno”solido e conosciuto! Prima ci si allena su una base sicura, poi, acquisita la necessaria sicurezza, ci si sperimenta in condizioni diverse. Funziona così anche per noi adulti, quando impariamo cose nuove. Un conto è stare seduti sul tappeto, un conto è camminarci sopra, per non parlare poi della sabbia!
Per alcuni bambini questi passaggi sono naturali, per altri richiedono più tempo.
Da cosa può dipendere? A mio avviso un ruolo fondamentale lo gioca l’ansia degli adulti, che senza volerlo premono perché il processo si “velocizzi”, e caricano di preoccupazione ciò che diverge dallo schema a cui fanno riferimento. E questo atteggiamento di solito blocca i bambini, invece di spronarli.
Bisogna poi chiedersi se la bimba è abituata a “paciugare”, a sperimentare materiali diversi, a sporcarsi e godersi il gioco anche nelle sue componenti più regressive. Se non c’è l’abitudine a sperimentare e sporcarsi, è difficile concedersi il divertimento e il godimento del giocare con la sabbia, che è un elemento estremamente regressivo.
Detto questo, per le poche informazioni che ho, mi sento di dirvi di concedere del tempo alla sua nipotina, di non allarmarsi se le cose non vanno come lei ritiene debbano andare.
Cercate di creare un clima sereno e di rispettare i tempi della bambina; potete proporle di mettere giù i piedini, ma non forzare se dice di no. Fatele capire che non c’è problema, che lo farà quando se la sentirà, e nel frattempo coltivate l’assoluta fiducia che, piano piano, ce la farà.
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino. Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.