Risponde lo psicologo – Un carico troppo grande
Anche se sono molto piccoli, i bambini intuiscono i problemi familiari e reagiscono a loro modo. Meglio quindi cercare di spiegare loro che cosa sta succedendo, naturalmente trovando i modi e le parole adatte. I consigli della psicologa Manuela Arenella.
DOMANDA
Il mio piccolo, di 21 mesi, è tremendamente ribelle.
Fino ad 8 mesi è stato tranquillissimo, poi ha iniziato a fare un po’ di capricci per mangiare, cioè a casa mangiava solo se aveva in mano quello che chiedeva.
Da allora, la situazione va sempre peggiorando. Ad esempio ora fa un sacco di storie per dormire, mentre fino qualche mese fa andava a letto tranquillo. Oppure non vuole tornare a casa la sera e fa capricci indicando la casa dei miei suoceri, che abitano poco distante.
Se gli do qualche schiaffetto sul sederino a volte mi guarda e ride come se mi prendesse in giro, altre volte continua a fare quello che gli ho proibito sfidandomi.
Queste cose le fa solo con me. Al nido fa capricci, ma non di questa portata.
Una sorellina con dei problemi di salute
Forse sta subendo un po’ di stress poiché da circa due mesi stiamo avendo problemi con la sorellina di 5 anni. Zoppicava e provava dolore: dopo tanti accertamenti si è scoperta una cisti ossea che si è fratturata prima dell’operazione.
Adesso è ingessata dal piedino alle costole e quindi sta avendo molte attenzioni… siamo stati in ospedale per una settimana mentre lui è rimasto con i nonni. Forse sta subendo anche lui questo tress?
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
La sua lettera lascia trasparire tutta la fatica e la sofferenza che sta attraversando in questo momento, e che la lascia disarmata. Leggendo la prima parte della lettera mi hanno molto preoccupata i comportamenti che descrive. Mi sono chiesta cosa avesse potuto causare questa escalation, e la risposta è arrivata nelle ultime righe. Un figlio con problemi di salute mette in discussione tutti gli equilibri familiari, attiva angosce profonde ed altrettanti sensi di colpa, che aumentano esponenzialmente se ci sono altri figli a cui si sente di “togliere spazio”.
Per quanto piccoli, i bambini intuiscono i problemi familiari
Sarebbe importante capire e riflettere su come avete comunicato al vostro bimbo la problematica della sorellina, e la conseguente necessità di lasciarlo ai nonni un’intera settimana.
A volte noi adulti pensiamo che i bambini non capiscano o non si rendano conto di certe situazioni, e ignoriamo bisogni e reazioni.
A quasi due anni un bimbo è capace (e anzi ha il diritto) di essere avvisato di eventuali cambiamenti. In un linguaggio adatto a lui è necessario spiegargli che la sorellina ha un problema che state cercando di risolvere, e che per questo dovrete (lei e il papà) assentarvi, ma lo porterete nel cuore, vi mancherà tanto, ecc…. Questo è stato fatto? Se la risposta è no, allora non c’è da stupirsi che siano aumentate le difficoltà di addormentamento… Come faccio ad addormentarmi, a “perdere il controllo” se rischio che le persone che più amo spariscano?
La paura di perdere i genitori
Da ciò che descrive, penso che il suo bimbo, già affaticato emotivamente da una frequenza al nido di molte ore, sia andato in crisi da fronte ad un suo ulteriore allontanamento, sia fisico che emotivo.
È come se fosse combattuto tra una rabbia enorme, che lo porta a sfidarla, rifiutarla, attaccarla, e un bisogno estremo del suo sguardo, delle sue attenzioni.
Sembra terrorizzato dall’idea di poterla perdere, perché durante la sua assenza la sua paura più grande si è in qualche modo concretizzata.
Trovare il modo di parlare
Ovviamente in casi come questo non servono a niente i sensi di colpa; se un figlio è in difficoltà è ovvio che ci si dedicherà prevalentemente a lui, ma è altrettanto ovvio che gli altri sentiranno qualche mancanza e, in qualche modo, dovremo recuperare.
Forse con il suo bambino potrebbe cercare di parlare apertamente. Invece di ingaggiare un braccio di ferro potrebbe “leggere” la sua sofferenza e la sua paura: “lo vedo che sei arrabbiato, c’è la sorellina che sta male, e forse tu pensi che la mamma abbia tempo solo per lei; chissà il mio bambino quanto si è preoccupato non vedendoci per una settimana; la tua mamma ti ama e ti porta sempre nel cuore, non ti avremmo mai lasciato, ma in ospedale non fanno entrare i bimbi piccoli, però ti ho pensato ogni minuto”.
Trovi lei le SUE parole. Provi a mettersi nei panni del suo bimbo, ad empatizzare con la sua fatica, e dia voce a ciò che le dice il cuore. Credo che il suo bimbo cerchi di lottare contro la paura di essere di nuovo “abbandonato” e il bisogno di sentirsi voluto, visto.
Non è una cosa facile da fare, soprattutto considerato il carico emotivo che le comporta la difficoltà della sua bimba grande. Provi ma, se ne sente la necessità, non esiti a chiedere aiuto ad una psicoterapeuta della sua zona, che possa aiutarla a gestire un momento oggettivamente doloroso.
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.