Risponde lo psicologo – A metà tra mamma e papà
La separazione dei genitori è sempre un evento traumatico per i bambini. E ognuno risponde a modo suo… I consigli della psicologa Manuela Arenella a una mamma che non sa come interpretare il comportamento della sua bambina.
DOMANDA
Sono la mamma di una bimba di 4 anni. Io e mia figlia viviamo a Napoli, mentre il papà vive in Puglia. Siamo separati da qualche mese. Questa è la seconda volta, da quando siamo andate via dal paese del padre, che la bimba trascorre il weekend con il papà. Ma capita che quando è qui con me non vuole parlare al telefono con il padre, mentre invece è contenta quando è con lui; viceversa quando è con il papà non vuole parlare al telefono con me, risponde a monosillabi e alla mia domanda “ma mamma ti manca?” lei risponde no.
Insomma, al telefono risponde arrabbiata a entrambi i genitori. Che cosa posso fare?
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
Gentile Signora,
il vissuto di una separazione lacera profondamente un bambino, che si trova a dover fare i conti oltre che con le tensioni e i conflitti che inevitabilmente si respirano, anche con la necessità di rassicurarsi rispetto alla presenza di entrambi i genitori.
Sono normali, nei bambini, reazioni di compiacenza, per cui si cerca di essere “bravi” e in qualche modo rispondere alle aspettative del genitore con cui si sta.
Ma sono legittime anche reazioni di rabbia, soprattutto quando, senza volerlo, siamo noi genitori a metterli in difficoltà con domande scomode…
Un conflitto di lealtà
Un bimbo in questa situazione vive un conflitto di lealtà, vorrebbe accontentare tutti, non dispiacere a nessuno, si sforza di “farsi andar bene” situazioni che non avrebbe mai immaginato di vivere (ad esempio, un trasferimento).
La sua bimba è già lacerata dalla situazione, dall’idea di dover concepire come separati la mamma e il papà, che di solito, nella mente di un bambino, sono un tutt’uno. Perché dobbiamo metterla in difficoltà con domande scomode?
È ovvio che quando è dal papà, le manchi la mamma, ma in quel momento è col papà, ed è importante adeguarsi a quel contesto e “far contento papà”. Stessa cosa quando la situazione è ribaltata.
Le troppe domande di un genitore, quando si è con l’altro, sono vissute come invasioni di campo, come qualcosa che mette in crisi, poiché risveglia sentimenti e nostalgie che si cerca di non sentire.
È più forte la voglia di non mettere in difficoltà la bambina, o il bisogno di essere gratificati dal sentirci rispondere che le manchiamo tanto?
Rispettare il bambino
La cosa fondamentale è il rispetto. Non fate domande scomode che attivano confronti o conflitti interiori, chiedete alla vostra bambina come sta, cosa fa di bello e, se la sentite scocciata, ditele che capite che ora non ha voglia di parlare, che comunque voi ci siete e siete contenti che lei possa passare dei bei momenti con l’altro genitore.
Più si sentirà rispettata, più aumenterà la voglia di parlare e condividere.
Ovviamente non tutti i bambini e non tutte le situazioni sono uguali, per cui prenda questi come semplici suggerimenti legati ad ipotesi. In bocca al lupo!
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.