Nonne e mamme: un difficile equilibrio

neonato-stringe-dito-nonna_Mimagephotography-_-Dreamstime.comL’ho incontrata in casa di amici. Come tutte le nonne, mostrava orgogliosa le foto della nipotina, di appena tre mesi, che aveva sul telefonino (ah, meraviglia delle nuove tecnologie!). Eppure c’era un’ombra nel suo sorriso. Così, come capita tra donne, dopo, un po’ ci siamo ritrovate a parlare. E Anna mi ha raccontato una storia che forse è comune a tante nonne.

Anna è una nonna giovane, appena sessantenne, che ha vissuto, sia pure di striscio (all’epoca, era poco più di una bambina), le rivolte del sessantotto e poi, quando era adolescente, gli “anni di piombo”. Una donna moderna, dinamica, con una bella carriera (non “alle spalle” perché lavora ancora), con un matrimonio solido, un buon affiatamento con il marito e tre figli.
Tutto tranquillo, dunque, tranne che nel periodo dell’adolescenza della prima figlia, con cui ha avuto – tipicamente – qualche problema e qualche screzio.
Superata l’adolescenza, anche i problemi con la sua ragazza più grande sono stati superati, e madre e figlia hanno raggiunto un buon affiatamento, anche se il loro rapporto – mi dice ora Anna – è sempre stato un po’ più teso di quello che ha con gli altri due figli.

Ora, paradossalmente, i problemi sembrano essere riemersi con la nascita della nipotina.
“Da quando è nata la bambina, mia figlia sembra volermi allontanare” racconta Anna. “Ha un rapporto molto stretto con Francesca, quasi simbiotico, ma anche, almeno secondo me, un po’ ‘morbosetto’. Non vuole che la prenda in braccio, me la dà a fatica, per pochi minuti in cui mi sta addosso e continua a ripetermi ‘stai attenta!’. Insomma, sembra essere gelosa! Già durante la gravidanza, quando le nonne sono in prima linea nel consigliare corredini e cullette, mi accorgevo che cercava di non coinvolgermi più di tanto, ma ora è addirittura peggio. Pensa che è mio genero a telefonarmi per dirmi ‘vieni a trovare Francesca’, non lei!”

Che fare? Il consiglio, naturalmente, è quello di cercare di chiarire la cosa con sua figlia per evitare che la tensione si protragga creando strascichi difficili poi da correggere.
“Sì, è quello che penso di fare. Aspetto magari ancora un pochino, per lasciarla tranquilla in questi primissimi mesi con Francesca, ma poi le parlerò. Non voglio parlare con mio genero, che cerca di coinvolgermi (il che significa che ha capito la situazione), per non creare attriti tra loro. Devo proprio parlare con lei, con mia figlia, e cercare di capire da cosa nasce questo atteggiamento.”

Certo, Anna, siamo sicuri che presto si sistemerà tutto. E la nostra esperienza è che, passati i primi mesi, succede naturalmente che il rapporto simbiotico mamma/bambino si “sciolga” un po’, lasciando spazio anche agli altri, com’è necessario per la crescita serena dei bimbi. Ma è bene comunque parlarne, per dissipare ogni ombra e per non lasciare che il “non detto” prenda il sopravvento.
E voi, che cosa ne pensate?

 

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