Il momento dei compiti

Certo, sono indispensabili per imparare a studiare, per accrescere l’autodisciplina del bambino, per insegnargli a organizzarsi, a darsi delle regole, a portare a termine da solo un lavoro; spesso però, inutile negarlo, i compiti a casa sono vissuti dai bambini e da chi si occupa di loro come un tormento, la fonte di un continuo braccio di ferro tra il bambino, che ha solo voglia di correre a giocare, e gli adulti che cercano di imporgli delle regole.

Il risultato è che in molti casi si protraggono ben oltre il tempo ragionevole, infelicitando il pomeriggio di tutti… anche dei nonni, a cui spesso tocca il compito di prendere i bambini da scuola e occuparsi di loro in attesa del ritorno dei genitori.
Eppure, costruire un buon rapporto con la scuola e imparare un metodo di studio fin dai primi anni è molto importante perché  è  da questo, più che da eventuali problemi di apprendimento, che dipende il successo scolastico del bambino ed è così  che si potrà evitare, in futuro, un abbandono precoce della scuola.
Naturalmente, ogni bambino è un caso a sé. Vi sono quelli molto disciplinati, magari un po’ ansiosi, che ritengono importantissimo “fare bella figura” e vogliono dare il massimo: in questi casi, meglio non mettere alcuna pressione, ma piuttosto rassicurarli e tranquillizzarli.
Se invece il vostro nipotino vive i compiti a casa come una seccatura di cui cercare di liberarsi il più in fretta possibile (se proprio bisogna farli…), ecco alcuni consigli per motivarlo e fargli scoprire il lato bello e positivo di scuola e… compiti, naturalmente.

  • Quando esce da scuola, fatevi sempre raccontare quello che ha fatto e mostratevi molto interessati: solo così la scuola – e quindi anche i compiti a casa – si caricherà per il bambino di un significato positivo.
  • -Trasformate i compiti a casa in un momento di condivisone e di complicità, condendoli con un po’ di allegria. Come? Inventando giochi e modi divertenti per imparare qualsiasi cosa, perfino le noiosissime tabelline!
  • Non sostituitevi mai al bambino: i compiti devono essere fatti in autonomia. Anzi, le difficoltà devono diventare delle sfide e il bambino, una volta che le ha superate, deve sentirsi fiero di se stesso! È però importante che si senta sempre all’altezza del compito; quindi, ha bisogno di un aiuto, cercate di fornirgli gli strumenti adatti a risolvere il problema (magari facendo con lui delle ricerche su Internet, fornendogli libri, rileggendo con lui le pagine del libro di testo per spiegargli i passaggi più difficili, fornendogli un esempio…). Insomma, aiutatelo a “imparare a imparare”, senza dargli l’impressione di essere controllato.
  • Premiate la sua curiosità: se continua a fare domande su un argomento toccato a scuola, non scoraggiatelo, ma aiutatelo a trovare altre informazioni.
  • Non forzatelo a regole che non sente sue. Per esempio, molti bambini preferiscono giocare un po’, dopo la scuola, prima di rimettersi sui libri, e bisognerebbe rispettare i loro ritmi. Naturalmente, a patto che questo non significhi fare i compiti dopo cena, quando sono troppo stanchi.
  • Evitate critiche o punizioni. Il giudizio sul successo scolastico spetta agli insegnanti, non ai nonni. E, in tutti i casi, fategli sempre sentire che avere difficoltà con la matematica non incide sulla valutazione positiva che avete di lui, né tanto meno sull’affetto.
  • Non controllate o correggete i compiti: lasciate che lo faccia l’insegnante, che in questo modo potrà anche rendersi conto degli argomenti sui quali è necessario soffermarsi un po’ più a lungo;
  • Dialogate con gli insegnanti: se vedete che il bambino ha qualche difficoltà nell’eseguire un compito, meglio parlare con loro e chiedere, con serenità, di intervenire a spiegare nuovamente un argomento, che eseguirlo al posto del bambino.

 

 

 

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